Una giornata toccante: Vilma, 92 anni di Vita, resilienza e umiltà.
Cos’è l’anzianità?
Calliope,
Oggi ho avuto l’onore di conoscere Vilma, 92 anni ma Pallade Athena, abbiamo riso e pianto insieme.
Ci siamo emozionati.
Mi parlava in stretto dialetto veronese, ma capivo tutto. Di cosa mi parlava? Della sua vita, di avventure e vicissitudini.
Mi ha chiesto di dirlo che ci siamo conosciuti e lo sto facendo… mi ha chiesto di dire che è stata consigliera dell’Avis per più di cinquanta anni, viveva così, senza prendere una lira.
È così che riesce a mangiare oggi, grazie alla qualifica di Emerita Consigliera conferitagli dall’Avis. Letteralmente, va al Burger King e le offrono un panino o un’insalata di riso, così dice che mangia di solito.
Riso, come il riso che mi offriva ogni istante… ne parlerò dopo.
La sua, è una vita di sofferenze a dire il vero.
Ad oggi è da sola, con le sue malattie e la sua lotta contro la cecità. Sì, sopravvive e lo fa con tanto amore. Fondamentalmente, Vilma vive in ospedale, letteralmente, abita difronte ad esso.
Con la sua carrozzina per appoggiarsi e sedersi che è l’oggetto custode, può apparire un’attempata signora anziana qualsiasi. Certo è che dell’anzianità si porta tutto il peso e l’emotività, quindi sì, come un’anziana qualsiasi, avrà tanto da insegnarti della vita: rispetto a te, lei l’ha vissuta e può insegnarti la sopravvivenza e la sofferenza.
Sta lottando contro la cecità. Certo le interessa tentare di guarire, ma poco le importa non dovesse riuscirci, conosce il suo percorso, quello di ogni giorno, o a dire il vero quello della sua vita: oltre a casa, conosce la sofferenza.
Nata nel ’28, ha visto la guerra e visto morire un figlio. Ma ne ha altri quattro, due maschi e due femmine di mezza età. Eppure lei è sola… le chiedo allora del marito e scopro, con un suo racconto a dir poco profondo e toccante, in stretto veneto, che è sempre stata vittima di violenza domestica, subiva ordini, costrizioni, a cui conseguiva aggressione fisica ove non obbedisse, ma anche a titolo gratuito.
Mentre mi racconta questo continua a tornare a narrare del suo orgoglio di essere emerita consigliera dell’avis.
Nel frattempo, passeggiando lentamente, incontriamo un senzatetto, uno sfortunato che Vilma saluta e, come me, intende volerci parlare; così parliamo con lui cinque minuti: quella persona aveva semplicemente perso il lavoro. Non possiamo che augurargli il meglio e proseguire la nostra camminata.
Sapete, Vilma è amica dei disperati, degli ultimi, anche se sono sconosciuti non si fa remore ad avvicinarsi, e non intendo fisicamente, bensì con il cuore.
Ad un certo punto dovevo andare. Gliel’ho detto e c’è rimasta male, ma l’ha accettato e ha deciso di accompagnarmi all’autobus, non avendo più disponibilità per prendere un taxi.
Arrivati alla fermata era già presente la linea 93 -un numero in più dei suoi anni -, che mi avrebbe portato in stazione. Chiedo all’autista, “parte fra due minuti”, ma non era vero, almeno il tempo di due sigarette.
Certo abbiamo continuato a parlare, ma lei ancora non sapeva il mio nome: Francesco, le dico. Vilma piange dandomi un bacio sulla guancia.
Le accarezzo il braccio, mentre mi racconta che è parente di proprietari di una nota cantina di vini, dicendomi il suo cognome.
Le dico il mio e poco importa, è ‘sì triste, ma sorride… à la Victor Hugo, è “felice di essere triste”, è la malinconia pura, qualcosa di davvero raro, che solo anziani e poeti, anzi solo poeti possono vivere e sentire.
Ma non sempre. Quando capita! E le è capitato, così, ho scoperto che Vilma è una poetessa, ché non serve scrivere per poter essere ciò che è una condizione esistenziale, invero, della propria esistenza e non una formamentis, ma qualcosa di innato.
In tutto questo poco di raccontato, a dire il vero mi sono aperto e confidato anch’io.
Quand’è successo sentivo in lei un… “mal comune mezzo gaudio”, ma anche che ho una vita davanti per ogni sofferenza, avventura o vicissitudine, ma tra qualche lacrima di una signora quasi cieca.
L’autobus 93 aveva acceso i motori e dovevo salire, la cosa mi dispiaceva molto ad essere sinceri.
Ma Vilma mi abbraccia, io abbraccio lei.
Questa volta piange davvero, dopo tutte le volte che si è commossa e mi ha fatto commuovere.
Salgo sull’autobus, alla chiusura delle porte, in lacrime, mi mada un bacio.
La linea 93 comincia la corsa ed io, semplicemente, chiedo informazioni sul biglietto e sulla stazione.
Ma non ho detto una cosa! Anzi, ne ho detto soprattutto un’altra, poiché…
Tutto il tempo ci siamo divertiti e abbiamo tanto riso.
Insomma, in poche parole: ci siamo emozionati.
Ed ho avuto l’onore di incontrare una Persona il cui epiteto è umile resilienza. Una donna coraggiosa e sofferente, la cui pasta è semplicemente… la vita.
Ho avuto l’onore di incontrare una poetessa.
A cosa ti fa pensare?
In realtà cercavo un bar per un caffè, sapete? L’ho preso dopo. E poi ho fumato… e preso il treno.
Ho proseguito il mio viaggio, ma l’avventura poetica vera è stata Vilma.
Grazie
E… Pietà(s)
Cos’è l’anzianità?
La Musa della Poesia:
Calliope.
[gem id=4161049]